mercoledì 26 giugno 2013

LECCE 24 LUGLIO 1831

Mio caro Pappà Eccoci a 3 passi da Otranto nella città di Lecce, sapremo nella giornata quand’è la partenza della Corriera per regolare la nostra partenza da qui, intanto ci riposiamo. Qui vi sono diversi greci, hanno una chiesa e Michele andò ieri sera a sentire il vespro. Il viaggio da Napoli a qui è davvero romantico. Noi partimmo da Napoli la notte del 19 al tocco si fece la prima fermata ad Avellino dopo le 15. La posta \ per far colazione poi si tirò innanzi fino a Ariano oltre 4\ più in là. Ariano è città dalla situazione sua veramente severa…fortuna che noi avevamo con noi brodo, acciughe, minestra… nel miserabile albergo non v’erano che uova. Fino ad Ariano la campagna è coltivata tutta quanto in Toscana. Colline, colli, pianure, tutto è un continuo giardino… terra veramente beata…dove la natura e l’arte spargono a (?) i loro tesori! Dopo Ariano la campagna prende un aspetto orrido monti pieni di vera solitudine accompagnano fino a Barletta. Noi dormimmo a Foggia città grande e popolata 4 poste dopo Ariano vi arrivammo circa alle 11 se ne ripartì la mattina alle 8 e verso le 3 dopo aver fatto 3\ arrivammo a Barletta…una sudicia taverna ci fece le veci di albergo… col nostro brodo si fece una buona minestra ci dettero delle olive delle acciughe dei coltelli di mare, delle mandorle e così il nostro desinare fu terminato. Altre 3\ ci condussero a Bari la sera alle 10…una famiglia di buona gente ci alloggiò (?) ripartimmo alle 4\ dopo una breve fermata per far colazione in una delle solite taverne arrivammo verso le 3 a Taranto. In una taverna decorata dal nome di trattoria in compagnia di gatti e pulcini mangiammo un gustoso desinare preparatoci dal trattore fu tenente francese ai tempi di Buonaparte. Da Barletta in poi la campagna torna bellissima, piantagioni immense di olivi, mandorli e fichi, in mezzo a questi verdeggia la vigna che accompagna fino all’antica Manduria posta due poste e \ più in là di Taranto. Vi entrammo alle nove, la luna illuminava gli oggetti sulla piazza, da una parte sono alcune case di brutta apparenza in mezzo alle quali sta la chiesa gotico edificio…………..(?) sede dei signori Oundurica (?)…osservammo con gioia e sorpresa che la carrozza entrava nel cortile del palazzo e in conseguenza era quello l’albergo ma ahimè la desolazione regnava nelle stanze dove la pompa feudale spiegò un tempo il suo fasto…ci apersero due vaste stanze a volta dove un impero bello due sedie rotte senza tutto l’addobbo, le immense finestre non conservavano più le massicce imposte ormai rose dal tempo….Michele stette un’ora a chiudere e assicurare le molte porte che dalla camera conducevano nella stalla, noi si uscì la mattina dopo aver preso un caffè nero partimmo e dopo le 3 poste e mezzo giungemmo a Lecce….vasta piena di maestosi edifici, questa città da una gran (?) dei conti di Lecce, famiglia illustre dei fasti del medio evo…l’albergo dove siamo stati condotti è al solito una taverna…due stanze un tetto e un letto composto di mattoni e stuoie e i mobili son degni della casa! Fa rabbia l’entrare in città dove l’architettura spiega la sua magnificenza e esser condotti in indecenti tuguri. Le ragioni degli albergatori sono però giuste. Non passano da questi luoghi altra gente se non rozzi trafficanti per i quali queste taverne bastano, donne rare volte ne passano e infine sarebbe una follia tener qui una locanda da signori…il poco che questi osti fanno spesso deve attestare che son poco avvezzi a alloggiar passeggeri con 6 carlini e talvolta ci diedero minestra, lesso, pesce con salsa, ostriche piccole, acciughe con capperi….un gran cocomero, fave buonissime, prugne, vino olio. Spero che domani andremo a Otranto…fummo raccomandati a Napoli a un certo Costantino Damo, egli non è ora qui il suo agente giovane (?) di modi molto cortesi, egli ci farà sapere entro oggi quando parte la corriera. Stiamo a Lecce perché a Otranto vi è da star anche peggio….non ho tempo di scrivere più saluti a Mamma ai fratelli ai cucini alle zie. Dica a mamma che fece bene a dirmi di far previsione….arriveremo a Corfù al tempo della (?) ma (?) soltanto per portargliela dove avrà portato a Eugenio il nostro gotico, mi par mille anni di aver sue lettere…i miei ossequi al Principe e al sig. governatore…si riguardi al caldo qui credo sia 29 gradi! Ma so già non temo il caldo, ho retto assai bene il viaggio e posso esser contenta ù La sua affezionatissima figlia Angelica Palli